Crescere è qualcosa di così complesso, che il bambino ha bisogno di una rete educativa che lo segua e sostenga in questo difficile processo, e che sia soprattutto disposta a cooperare, a lavorare in maniera comune e sinergica per lo stesso obiettivo.
Questo è ancora più vero se siamo di fronte ad un bambino con una crescita difficoltosa in qualche ambito o alle prese con una situazione problematica. È infatti cruciale nel processo di riconoscimento di un disturbo, che scuola e famiglia collaborino nel cogliere i segni precoci del DSA e BES, attivandosi per approfondirne le caratteristiche e cooperando nella successiva definizione del percorso didattico personalizzato.

Alla luce di questa premessa, la comunicazione tra famiglia e scuola, fondamento di ogni relazione educativa forte, per essere efficace, deve essere continua, bidirezionale, significativa e deve essere focalizzata sull’apprendimento degli studenti.
È dimostrato che, quando i genitori e il personale scolastico comunicano in modo efficace, si sviluppano relazioni positive, i problemi vengono risolti più facilmente e gli studenti fanno più progressi.

Inoltre, un buon rapporto tra genitori e insegnanti è inestimabile per massimizzare il tempo dedicato allo studente: un bambino che sa che l’insegnante comunica regolarmente con i suoi genitori e che questi si fidano dell’insegnante, probabilmente si impegnerà con maggiore motivazione. Allo stesso modo, uno studente che sa che l’insegnante comunica raramente o mai con i propri genitori e/o i genitori non si fidano dell’insegnante, tenderà a sottovalutare l’importanza dello studio.

Per favorire una comunicazione efficace, inoltre, nel rapporto insegnante/genitore è importante tenere sempre presente che entrambe le parti hanno aree di competenza e capacità uniche differenti:

  • Il genitore è un ottimo conoscitore della storia (fisica, medica e sociale) dello sviluppo di suo figlio, dei suoi interessi, delle affinità e del suo stile di vita.
  • L’insegnante, d’altro canto, ha conoscenze di insegnamento e di strategie di valutazione, della condotta scolastica e delle prestazioni del bambino a scuola.

Un primo passo verso una comunicazione efficace consiste nel riconoscere entrambe le posizioni come legittime e realizzare che una realtà non esclude l’altra. Ascoltare l’altro ed accettare quello che ci porta, senza rifiutarlo a priori partendo dalle nostre esperienze, mette le basi per una maggiore comprensione di quello che sta accadendo al bambino.

Infine, per un genitore che desidera comunicare in maniera costruttiva con il contesto scolastico, esistono dei consigli pratici da poter seguire, specialmente in fase di colloquio:

  • L’apertura al dialogo, comprendendo che non si è controparti bensì collaboratori con gli insegnanti;
  • Comunicare in modo chiaro e non omettere informazioni;
  • Prestare rispetto e fiducia nei confronti degli insegnanti, senza avere la pretesa di intromettersi nel loro mestiere;
  • Partecipare attivamente ai momenti di confronto, mostrandosi interessati e dell’andamento del figlio/a;
  • Mantenere sempre un comportamento controllato ed essere collaborativi.

In sintesi è importante essere e presentarsi come “famiglia partecipativa” che vede la scuola come un luogo di crescita, riconoscendo il ruolo autorevole dei docenti come collaboratori, ammettendo limiti e punti di forza in vista del fine unico e condiviso di agire nell’interesse del proprio figlio.
Per concludere, il concetto fondamentale da tenere sempre presente è questo: quando i genitori partecipano in modo propositivo nel contesto scolastico del proprio figlio, i docenti vengono influenzati positivamente e sono portati a migliorarsi a loro volta, favorendo, così, il consolidamento di una forte rete educativa che va a beneficiare sull’andamento scolastico e sul benessere dello studente.

Christian Utelle, Psicologo specializzando del Centro Serenamente
Benedetta Ziliotto, Educatrice specializzanda del Centro Serenamente