Ai ragazzi arrivava la notizia che, dal giorno dopo, non sarebbero andati a scuola per alcune settimane, a causa di un certo virus dal nome “regale”. Immagino il volto di quegli studenti che la mattina successiva avrebbero dovuto affrontare una tanto temuta interrogazione per cui sapevano di essere poco preparati… chissà che gioia, che senso di liberazione! Stavano iniziando giorni di vacanza inaspettata, un tempo dilatato, da riempire solo con i propri hobby “casalinghi”: Instagram, Playstation, Netflix … per qualcuno anche la lettura di un buon libro o del tempo in compagnia del proprio strumento musicale…
Ai genitori arrivava la notizia che, dal giorno dopo, i figli non sarebbero andati a scuola per qualche settimana, a causa di un pericoloso virus che stava seminando paura e malati troppo velocemente. Immagino il volto di quei genitori che, il giorno dopo, avrebbero dovuto essere in ufficio alle 8.30 per un importante appuntamento di lavoro… chissà che confusione, che senso di incertezza! “Come ci organizziamo? Chi starà a casa con i ragazzi? Meglio se li mando dai nonni per qualche giorno? Cosa combineranno tutto il giorno senza la scuola e lo sport? Come faranno a recuperare le insufficienze che avevano già accumulato? E se li bocciano? Vedrai che staranno tutto il giorno davanti a Instagram, la Playstation, Netflix … figurati se prenderanno in mano un buon libro o se si metteranno di loro iniziativa a suonare lo strumento per cui ho pagato le lezioni!”

Poche settimane dopo

Gli entusiasmi di gran parte dei più giovani hanno già una battuta d’arresto: diversi insegnanti hanno iniziato ad organizzarsi con la didattica online, ad assegnare i compiti per casa e anche alcune verifiche. Per il resto del tempo, rimangono ancora Instagram, la Playstation, Netflix…ma alcuni ragazzi iniziano ad essere un po’ stanchi di quella sorta di “Binge watching”, ossia una vera e propria “abbuffata di visione” di programmi e serie TV per un tempo prolungato, consecutivamente, senza pause, anche di notte. La maggior parte dei ragazzi comincia a sentire la mancanza dei propri compagni di classe, perché “se proprio bisogna fare scuola, perlomeno vale la pena essere insieme in classe… almeno si riesce a scherzare un po’ mentre l’insegnante spiega. Invece a casa da soli fare lezione è un po’ una noia”… già, ecco cos’è: è noia quella sensazione che solitamente appariva per qualche istante, prima di essere velocemente allontanata con una chat su WhatsApp o una storia su Instagram…

Dopo alcune settimane

Nel frattempo, arrivano le restrizioni più severe e diventa praticamente impossibile uscire. Nella maggior parte dei casi l’intero nucleo familiare è a casa, alcuni genitori sono più scuri in volto, preoccupati per una situazione lavorativa difficile; la maggior parte degli adolescenti si sente “in trappola”: lontani dai propri amici, dal fidanzato o dalla fidanzata, lontani da quei momenti di indipendenza, di scoperta e di sperimentazione che davano senso alle giornate e per alcuni ragazzi iniziano a farsi più forti il senso di tristezza, di solitudine e di ansia per quello che si ritroverà o non si ritroverà più lì fuori una volta che tutto questo finirà. A volte, la convivenza forzata con i genitori e i fratelli non aiuta e così aumentano le discussioni, le incomprensioni e non si può nemmeno uscire a prendere una boccata d’aria per far calmare i nervi.

Da questo breve excursus dell’ultimo mese e mezzo, sembra emergere uno scenario per niente positivo… ma è andata così male per tutte le famiglie?
No… in effetti, ci sono genitori e figli che, dopo il disorientamento iniziale, hanno scelto di provare a mettersi in gioco, di sperimentarsi in forme nuove. Sono diversi i fattori che possono favorire questi scenari alternativi, ma al di là che per qualcuno si tratti di “bravura” e per altri di “fortuna”, può essere utile riflettere su esempi che si sono rilevati utili, al punto da poter essere spunto anche per altre famiglie. È ciò che hanno fatto quegli adolescenti che hanno provato a affrontare la noia, non vedendola né come potente minaccia da allontanare al più presto, né come invincibile nemico a cui sottomettersi, ma come vissuto che potesse dare slancio alla creatività: la realizzazione di  palestre casalinghe” utilizzando oggetti di vita quotidiana, o la trasformazione della propria camera, nei colori delle pareti e nella disposizione degli arredamenti, per essere più accogliente ed utile durante le diverse attività svolte al suo interno (lezioni scolastiche online, videochat  con gli amici, momenti di svago e relax…).
È anche il caso di quei genitori che hanno compreso la necessità di impostare una nuova routine, di scandire i rispettivi compiti di ogni componente della famiglia, non nei termini dell’imposizione, del limite o del controllo, ma nei termini di dare un nuovo senso al tempo e di favorire una distribuzione delle responsabilità. Alcuni genitori hanno sfruttato la predisposizione dei figli verso la cucina per affidare loro il compito di preparare la cena 2 o 3 volte alla settimana; altri hanno dato spazio alle doti telematiche dei giovani per cogliere le offerte sul web per la spesa e lo shopping online, mettendole anche a disposizione degli anziani nonni o dei vicini di casa.

È quanto sostengono anche alcuni tra i più autorevoli esperti in tema di adolescenza, come il Dott. Matteo Lancini(1) e la Dott.ssa Maura Manca(2) : gli adolescenti possono essere più responsabili di quanto gli adulti generalmente pensano ed è importante dare loro un ruolo all’interno della famiglia. I ragazzi hanno bisogno di essere, ascoltati e compresi, oltre che coinvolti affinché non si chiudano in sé stessi; allo stesso tempo è necessario garantire loro degli spazi di autonomia e di riservatezza, fondamentali in questa fase di crescita. È molto importante, inoltre, lasciare loro il tempo per continuare a coltivare le relazioni con i pari e questo, al momento, può essere fatto solo attraverso l’uso di Internet e dei social.

Tuttavia, forse non per tutte le famiglie è stato così semplice mettere in atto questi interessanti spunti, in alcuni casi le buone  intenzioni hanno fatto a cazzotti con dinamiche complesse, con divergenze caratteriali e con elementi di difficoltà personale e relazionale che avevano radici in tempi anche precedenti alla quarantena. Ad esempio, alcuni genitori tuttora si chiedono: “Come posso comportarmi con mia figlia che sembra sempre più apatica, triste ed annoiata?”, “In questo periodo è meglio assecondare oppure no l’uso continuo che mio figlio fa di Internet o dei videogiochi?” o ancora “Mio figlio ultimamente sembra essere arrabbiato col mondo intero e riversa tutta la sua frustrazione su noi genitori…cosa possiamo fare per cambiare questa situazione invivibile?”. Altre volte sono più i ragazzi a manifestare direttamente le proprie fragilità: senso di disorientamento, paura di perdere relazioni importanti, scoppi di pianto o di rabbia, ritiro ed a volte anche crisi di panico.
Ci sono pertanto genitori e adolescenti, altrettanto “bravi” di quelli sopra citati, che possono aver bisogno di uno spazio in cui vengano dati voce ed ascolto ai propri sentimenti, in cui venga favorita una più ampia comprensione dei comportamenti propri e dell’altro, modificandone così la percezione e la costruzione e in cui poter così individuare strategie più utili da mettere in atto. È così che questo tempo, dilatato ed imprevisto, può assumere forme diverse, limiti ed opportunità inaspettati… tutto risiede nel modo in cui riusciamo a guardarlo, da soli o con l’aiuto di qualcuno che possa aiutarci.

 

“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla” (Lau Tzu)

Dott.ssa Milena Cammarata
Psicologa Psicoterapeuta


(1) Matteo Lancini è uno psicologo e psicoterapeuta. Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca e presso la Scuola di formazione in Psicoterapia dell’adolescente e del giovane adulto del Minotauro.
(2) Maura Manca è psicologa clinica, psicoterapeuta e blogger. È presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza Onlus e direttore responsabile della rivista scientifica online AdoleScienza.it.

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