Eventi recenti come la pandemia e la digitalizzazione hanno rivoluzionato, e forse in parte sconvolto, lo stile di vita di ognuno di noi. Da un lato l’impatto di una pandemia che ha obbligato milioni di persone a tagliare improvvisamente qualsiasi tipo di interazione sociale e ad averne, poi, quasi paura. Dall’altro lo sviluppo della digitalizzazione e dei dispositivi collegati ad internet, che hanno permesso di continuare i progetti di vita in corso, mutandone inevitabilmente le modalità. Cambiamenti notevoli, che non hanno lasciato il tempo di farsi conoscere e che hanno attraversato ogni generazione, senza distinzioni di età. Ma concedendoci una riflessione sulla situazione odierna e sui postumi che avvenimenti come questi implicano, la fascia di popolazione che più ne sta risentendo è quella degli adolescenti. La generazione del futuro si mostra fragile e toccata da una sempre più intensa sofferenza, soprattutto dal punto di vista psicologico, pedagogico e didattico. Di questo ne danno prova i continui aumenti di casi di ansia scolastica, la crescita del numero di abbandoni scolastici e, in generale, l’incapacità di frequentare un ambiente istituzionale come quello scolastico. Questi e simili dati risultano lo specchio di una situazione attuale complessa e spinosa, così come le circostanze che l’hanno causata.

In un periodo di vita delicato quale l’adolescenza, in cui il tempo viene già percepito dilatato e le giovani menti reclamano costanti stimoli, l’abituale frequenza dell’ambiente scolastico è stata interrotta per un periodo di quasi due anni. Un lasso di tempo troppo prolungato per chiunque, che ha gravemente compromesso il graduale apprendimento di fondamentali abilità sociali e relazionali e il mantenimento di quella dimestichezza acquisita negli anni nei confronti della stessa istituzione scolastica. Circostanze che si ripercuotono sui ragazzi e che sfociano in serie difficoltà, psicologiche e motivazionali, nell’affrontare la scuola. Basti citare l’aumento del numero di giovani con severi problemi d’ansia, che implicano molto spesso l’evitamento delle attività didattiche e, nei casi peggiori, il totale abbandono del percorso di studi.

Il cupo quadro delineato fino ad ora, viene ulteriormente aggravato dallo smodato utilizzo dei dispositivi connessi ad internet, reso necessario proprio dall’avvento della pandemia. Uno dei comportamenti più comuni e tipici dell’adolescenza quale il ritiro sociale, è stato enfatizzato, e addirittura sdoganato, dalle distanze di sicurezza imposte in tempi di Covid.  I ragazzi non avvertono più quell’esigenza di confrontarsi con i coetanei e con l’ambiente esterno, avendone  timore e sentendosi parallelamente autorizzati a farlo. Le relazioni interpersonali reali, traslocate in digitale in un periodo storico di assoluta emergenza, non hanno più ricevuto il loro ripristino e, anzi, hanno subito in alcuni casi la completa sostituzione.

Il critico stato della sfera psicologica ed emotiva si incrocia con la concretizzazione di grandi ed inevitabili lacune a livello didattico. Lacune di seria entità, soprattutto in materie di ambito scientifico, che necessitano di costante e progressivo studio, carente e a tratti mancante nell’ultimo periodo.

Come in un circolo vizioso, il rischio di dispersione scolastica si mescola pericolosamente con le difficoltà che i ragazzi avanzano a livello psicologico. Si registrano sempre più invii di ragazzi dall’ambito psicoterapeutico a quello didattico, e viceversa, nel tentativo di sopperire alle lacune da un lato e di ridurre la sofferenza dall’altro. Una tale interconnessione impone ad alta voce un approccio mirato e che, allo stesso modo, tocchi entrambe le aree coinvolte. È necessario quindi ideare dei percorsi che possano guidare ed aiutare questi ragazzi ad affrontare le proprie difficoltà,  seguendo una strada certo tortuosa e in salita, ma che porterà alla loro rifioritura.

Al Centro Serenamente, l’équipe di professionisti del settore affronta quotidianamente insieme ai ragazzi i molteplici ostacoli che percorsi simili implicano. Per questo è, e deve essere, premura di tutti noi motivarli e supportarli emotivamente, rendendoli consapevoli delle loro fragilità ma soprattutto delle loro risorse, punto cardine per riuscire a superare lo scoglio di questo complicato periodo​.

 

Dott.ssa Federica De Cecco – Psicologa Psicoterapeuta

Lara Scuttari – Tirocinante del Centro Serenamente

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