La matematica è sicuramente la materia scolastica che viene considerata dalla maggior parte degli alunni come la disciplina più difficile e complessa. Non c’è quindi da sorprendersi che a questa materia si leghino spesso vissuti d’ansia.

In generale l’ansia è uno stato emotivo che si accompagna ad una percezione di imprevedibilità e incontrollabilità di situazioni avverse, impedendo così di portare a termine adeguatamente le attività da svolgere. Nello specifico, in ambito scolastico uno studente che prova forti vissuti d’ansia non sarà in grado di affrontare nel migliore dei modi le richieste formative a causa degli effetti negativi dell’ansia sulla prestazione scolastica: scarsa concentrazione, difficile ricordo di contenuti già memorizzati, rallentamento dell’apprendimento, difficoltà nell’affrontare compiti e verifiche, etc.

E’ stato osservato che, rispetto ad altre materie, per studiare e comprendere la matematica non basta conoscere e applicare le regole, ma siano fondamentali diverse strategie, da apprendere nel corso del tempo. 

Inoltre, nello svolgimento di compiti matematici sono implicati anche numerosi fattori emotivo-motivazionali come l’autostima, la motivazione, l’autoregolazione, il problem-solving, che vanno ad influenzare positivamente o negativamente lo studente. 

Ovviamente tra questi fattori rientra anche l’ansia per la matematica, che può essere considerata come una risposta disfunzionale, tale da provocare stati mentali di disattenzione, agitazione e confusione e quindi vissuti di elevato stress durante lo svolgimento di esercizi di matematica, verifiche e interrogazioni, compiti per casa, spiegazioni, o anche la sola menzione della materia “matematica”. 

Tali vissuti negativi porterebbero l’alunno all’evitamento di attività inerenti la matematica o allo svolgimento delle stesse in maniera approssimativa, innescando così un circolo vizioso di sentimenti e vissuti negativi, evitamento e mancanza di esercizio, scarsa autostima e convinzione di “non poterci riuscire”, effettivi insuccessi, e così via.

La matematica però non deve essere considerata come una nemica, ma come una materia importante e alla portata di tutti gli studenti. In particolare, per poter affrontare adeguatamente compiti matematici, è importante imparare a gestire stati d’animo negativi e l’ansia.

Per facilitare questo processo, si può utilizzare un approccio che viene definito “metacognitivo”, promuovendo strategie e competenze per imparare a regolare e a gestire i propri stati d’animo in particolari situazioni.

Ed è ciò che facciamo anche al Centro Serenamente, proponendo percorsi individualizzati con tutor e insegnanti per far sì che lo studente riesca a gestire con adeguate strategie le situazioni d’ansia, migliorando la prestazione scolastica in generale e in particolare nella matematica, acquisendo così sicurezza nei compiti scolastici.

Idealmente, un percorso per gestire l’ansia per la matematica verrebbe strutturato tenendo presenti questi punti, sempre partendo dalle specifiche richieste scolastiche e dall’individualità dello studente:

  1. Riconoscere le situazioni d’ansia legate alla matematica e i conseguenti effetti negativi sulla prestazione;
  2. Riconoscere che l’ansia per la matematica è comune ad altre persone;
  3. Superare eventuali idee sbagliate e stereotipate sulla complessità della matematica; 
  4. Individuare valide motivazioni per lo studio della matematica;
  5. Individuare strategie utili per gestire nella pratica le situazioni d’ansia.

 

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