L’autostima è definita come l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso e può essere influenzata (anche) dal rendimento scolastico e da come viene vissuta la scuola, sia da parte dei ragazzi che da parte dei genitori. L’autostima infatti si nutre di successi ed è importante sostenere i figli in una buona riuscita scolastica. Gli insuccessi e i fallimenti possono capitare a tutti e bisognerebbe prenderli come un incentivo a migliorare.

Come scrive A. Moè in “Autostima. Che cosa è, come si coltiva”, il giudizio che si dà a se stessi è fortemente influenzato dai risultati scolastici ma anche dalle aspettative riguardo quei risultati. Se ad esempio in una verifica si ottiene un voto più basso di quello sperato, si manifesta un calo dell’autostima per chi fa dipendere il valore di sé dai risultati ottenuti. Per queste stesse persone, un bel voto che conferma il loro valore, non permette un corrispondete incremento dell’autostima. La tendenza a far dipendere la propria autostima dai risultati sembrerebbe quindi disfunzionale.

E’ utile invece far comprendere al ragazzo l’importanza di apprendere e il piacere di riuscire, nonostante lo sforzo che questo richiede o gli insuccessi che si possono incontrare. A volte a fare la differenza è proprio il modo in cui si incoraggia il ragazzo, in cui lo si sostiene, e in cui si valorizzano i suoi sforzi.

Per aiutarli a costruire l’autostima in modo positivo è bene poi ridurre il confronto sociale con i compagni: ognuno ha il suo modo di apprendere e di affrontare lo studio, è importante lasciare che il ragazzo segua i suoi ritmi e raggiunga gli obiettivi secondo i suoi tempi.

Infine, porre l’attenzione su quegli ambiti che interessano di più e in cui si riesce meglio agevola l’autoaffermazione e aiuta l’autostima a consolidarsi.

E’ importante quindi non sottovalutare il peso che la scuola ha sul giudizio che i ragazzi hanno di se stessi, poiché avere autostima è necessario per uno sviluppo sereno.

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