La matematica è uno dei più grandi scogli per gli studenti e le studentesse fin dai primi anni di scuola. Di solito c’è un sentimento condiviso sul fatto che sia una materia molto difficile e incomprensibile, ma per alcune persone questa avversione può evolvere in qualcosa di più invalidante per il rendimento: l’Ansia da Matematica.

Possiamo definire Ansia da Matematica il sentimento di forte tensione e paura che si presenta davanti a compiti matematici di qualsiasi tipo; essa può scattare in maniera talmente intensa da compromettere lo svolgimento di tali compiti in diversi contesti scolastici e di vita quotidiana, con conseguente evitamento della matematica e minore propensione a scegliere materie scientifiche per il proprio percorso accademico e professionale.

Da numerose ricerche emerge che l’Ansia da Matematica è presente in percentuali molto simili nella popolazione anche in Stati, culture e sistemi educativi differenti, ed incide fortemente sulla performance scolastica generando scarsi risultati nella materia che, a loro volta, contribuiscono ad aumentare l’ansia e ad evitare tutto ciò che riguarda conti e numeri, dentro e fuori dalla scuola. Questo è il meccanismo d’azione sottostante che possiamo considerare bidirezionale, poiché non vi sono evidenze su quale dei due fattori, ansia o bassa performance, sia una conseguenza causale dell’altro, ma entrambi si rinforzano a vicenda in una sorta di circolo vizioso.

Il processo di apprendimento in generale può essere favorito, o ostacolato, dalla presenza di diversi fattori, che sono gli stessi che possono mediare il livello di Ansia da Matematica sin dai primi anni di scolarizzazione. Ecco alcuni esempi:

  • Le caratteristiche personali del soggetto, ad esempio i tratti ansiosi;
  • I feedback dall’ambiente, ad esempio un ambiente molto competitivo può porre standard alti nella performance scolastica;
  • I comportamenti non verbali di genitori e insegnanti, che possono trasmettere il loro personale livello di Ansia da Matematica;
  • La tipologia del test (risposta multipla, esercizi, problemi…);
  • L’emozione provata nel momento in cui si sta apprendendo qualcosa di nuovo: se si apprende provando un’emozione positiva il ricordo si conserverà più efficacemente.

È importante, dunque, agire sui fattori esterni collocando l’apprendimento della matematica in un contesto accogliente degli errori e che dia feedback non svalutanti, così da favorire un processo di apprendimento delle capacità matematiche di base il più solido possibile già dalle scuole primarie.

Più le capacità di base sono consolidate, minore sarà la probabilità di alimentare l’Ansia da Matematica anche nei successivi anni di scuola, in quanto i ragazzi e le ragazze si autovaluteranno come capaci nello svolgimento di compiti matematici con conseguenti performance migliori e meno intralciate dal senso di paura del fallimento.

È comunque evidente il grosso peso che assumono le variabili culturali, anche a livello di stereotipi e ruoli.

Molte ricerche mostrano come durante le performance matematiche possa attivarsi anche il meccanismo chiamato Stereotype Threat (minaccia dello stereotipo), ossia un meccanismo che fa calare la performance di un soggetto perché influenzata negativamente dalla paura di confermare lo stereotipo relativo alla propria categoria sociale. Nel caso della matematica, la minaccia dello stereotipo in contesti sperimentali influisce sulle performance di femmine, afroamericani ed ispanici (le ricerche sono spesso svolte negli Stati Uniti, dunque le categorie di riferimento sono relative all’organizzazione sociale americana); questo accade perché queste categorie sociali sono culturalmente considerate meno brave in matematica, secondo lo stereotipo.

Questo sottolinea l’importanza anche di fattori culturali che pesano sulla percezione delle proprie capacità, e spiega anche perché in generale siano le femmine, di diversi contesti culturali, a presentare livelli più alti di Ansia da Matematica, con conseguente minore propensione a scegliere materie scientifiche per le loro carriere in quanto si sentiranno meno capaci dei loro pari maschi.

Oltre ad agire dal principio su fattori esterni, esistono diverse tecniche per poter gestire, alleviare e superare l’Ansia da Matematica quando si presenta.

In generale si può lavorare, magari con un percorso psicologico ad hoc, sulle strategie di autoregolazione personali, ossia sulla modalità di gestire le emozioni negative per performare nella maniera più efficace, e sulla rielaborazione degli stimoli matematici per far si che non siano più percepiti come ansiogeni.

Questo tipo di lavoro è spesso appannaggio della Terapia Cognitivo-Comportamentale, che si avvale di tecniche mirate ad estinguere un determinato sintomo; è molto solida, ad esempio, l’evidenza dell’efficacia degli esercizi di respirazione e rilassamento prima dello svolgimento dei compiti matematici.

Agire sull’ambiente, come già detto, è l’area con più margine di azione; quindi pensare di strutturare un lavoro in tandem con genitori e insegnanti può essere una proposta valida ad aiutare a ridurre livelli di Ansia da Matematica di ragazzi e ragazze.

Marie Claire Altimari Fuoco – Dottoressa in Psicologia del Centro Serenamente